Urbanistica e PRG
BORGHETTO FLAMINIO
A cura del Consigliere Catello Masullo, dicembre 2022
Municipio SECONDO
DALL’IMPEGNO PER IL TRASFERIMENTO DELL’AUDITORIUM AL VILLAGGIO OLIMPICO SOTTO VILLA GLORI, ALLA OPPORTUNITDI CREARE AL “BORGHETTO FLAMINIO “UNA NUOVA PIAZZA PER LA CITTA STORICA, A 300 METRI DA PORTA DEL POPOLO

Denominazione del progetto UNA PIAZZA PER LA CITTA’ AL BORGHETTO FLAMINIO - (TAVOLO: spazi dismessi da rigenerare)
Soggetto proponente ITALIA NOSTRA CON ASSOCIAZIONE ABITANTI PRATO DELLA SIGNORA E ZONE COLLEGATE
Area di localizzazione dell’intervento BORGHETTO FLAMINIO
* allegare cartografia
Oggi abbiamo un grande Auditorium, che mai avrebbe potuto essere accolto entro il perimetro del cd Borghetto Flaminio.
In più, con lo spostamento del complesso musicale al Villaggio Olimpico, progettato originariamente in questo spazio insufficiente, si è evitato che un pezzo di storia millenaria della città venisse oscurato e di fatto cancellato. Cosa altro è infatti la rupe tufacea che scende da Villa Strhol Fern, lussureggiante di vegetazione mediterranea, se non una testimonianza storico-naturalistica della Roma delle origini?
Una grandiosa quinta naturale, che delimita la piana alluvionale del Tevere che fa parte del lungo costone tufaceo che parte da Villa Balestra, alta su Viale Tiziano, e che giunge fino al Quirinale.
Naturalmente molte trasformazioni urbane storiche hanno cambiato i connotati di questo elemento geografico e naturalistico, e su Via Flaminia la speculazione postunitaria addossata alla rupe lo ha cancellato alla vista in modo clamoroso rompendone la continuità.
Al Borghetto Flaminio, invece, a soli 300 metri da Piazza del Popolo, la cortina degli edifici si interrompe e un vuoto tra il costone e la Via Flaminia crea un’oasi di spazio e di silenzio che fanno immaginare quanto bene si inserirebbe in questo luogo una “magnifica grande piazza”.
Con una vasta platea, baciata dal sole, estate e inverno, nella quale assistere allo spettacolo permanente che la gente sa dare di sé in un pubblico accogliente e grande spazio pubblico.
Un pezzo di centro storico riscoperto e reinventato da aggiungere al centro antico; un nuovo luogo di incontro e di aggregazione aperto, pubblico, e bellissimo, dove localizzare anche i tanti eventi e manifestazioni, che trovano difficoltà ad essere ospitate nelle piazze storiche.
Dopo il fallimentare esito del concorso, bandito ai tempi della Giunta Carraro, che ha negato lo spazio aperto per un banale quartierino di geometriche casette, e dopo l’ancor più scandaloso abbandono agli appetiti espansivi e corporativi dell’Università e di altri svariati soggetti, è tempo di reagire e di riprendersi questo pezzo di città per il godimento di tutti.
Ma gli architetti lo progettino nel rispetto delle aspettative già dette con il massimo spazio dedicato all’uso della cittadinanza.
Già oggi si legge una esedra pronta ad accogliere la gente in uno spazio di suggestioni e bellezza, conchiusa e protetta dalle ripidissime pendici boscose.
Nella calda esposizione che accoglie il sole dal mezzogiorno al tramonto, quanto spazio per la vita all’aperto, tra tavoli accoglienti e lastricati per il passeggio!
Come non vedere che si può qui progettare una “nuova Piazza del Popolo”, e come non immaginare ai piedi della Rupe un giardino come quello della vecchia gelateria Fassi, che da troppi anni ci è stato rubato.
Basta, dunque, con l’accaparramento subdolo e banale tra università e privati di questo spazio pubblico e largo ad una iniziativa comunale nell’interesse generale della città.
