PRATONE DI VIA TEULADA: “IL GRATTACIELO È UN INSULTO AL PAESAGGIO”
Prevista la costruzione di un impattante edificio di servizio
per il Tribunale di Roma, collocato in un’area protetta, che gode di
particolari tutele, accantonando la possibilità di fruire di strutture pubbliche
vuote e inutilizzate, negando ai cittadini l’unico spazio verde pianeggiante
del territorio.
Al tempo dei
romani erano Horti Domitii, vigne e canneti, poi i Prata Neronis. In seguito
Prata Sancti Petri e, infine i Prati di Castello. Non ha mai perso tale
connotazione il quartiere Prati. Neanche quando, a fine Ottocento iniziarono le
edificazioni con la ubicazione delle funzioni amministrative della nuova
Capitale d’Italia. A dispetto del reticolo di strade a impianto ortogonale e
dei garbati palazzi che, a mano a mano, hanno assorbito fino all’ultimo filo di
verde, rivendica la sua esistenza una intatta area pianeggiante, alle pendici
della Riserva Naturale di Monte Mario, chiamata dai cittadini parco Teulada, su
cui incombe una minaccia: l’edificazione di un impattante edificio di servizio,
che andrebbe a costituire la cosiddetta “Cittadella giudiziaria”, in continuità
con il discusso Tribunale di piazzale Clodio, con una elevazione di più di
venti piani, contendendo il primato alle arroganti torri in zona Eur
Castellaccio.
La decisione
risale al 2019, anno in cui fu sottoscritta l’intesa tra Ministero della
Giustizia, Regione Lazio e Roma Capitale, a cui fecero seguito numerosi atti,
contrari all’ennesima violenza al territorio. Mozioni municipali e regionali,
audizioni in commissione Trasparenza della Regione Lazio, per approdare a interrogazioni
parlamentari e, da ultimo, a mozioni comunali che non hanno avuto seguito,
nonostante la manifesta volontà capitolina di procedere a riforestazione di
numerosi spazi della Capitale, per combattere le cosiddette “isole di calore”.
Atti che, oltre a evidenziare l’inadeguatezza del progetto, che insiste su
un’area naturale protetta (Riserva Naturale di Monte Mario) - afferente al
sistema dei parchi regionali - che gode di particolari tutele riferite ai beni
paesaggistici individuati dal Piano territoriale paesistico della Regione Lazio
(PTPR) e che vede la presenza di pregevoli esempi di architettura tra cui Villa
Madama, Villa Mazzanti, Villa Mellini osservatorio astronomico su cui passa il
Meridiano di Roma e i Casali Strozzi di Giacomo del Duca, allievo di
Michelangelo Buonarroti.
Italia Nostra
Roma sostiene che l’edificazione della progettata sede nel Parco Teulada,
sebbene motivata da comprensibili esigenze di servizio, costituisca una offesa
al territorio e il presidente della sezione di Roma Oreste Rutigliano mette in
luce l’inspiegabile “silenzio di lustri e l’incapacità di risolvere la
contraddittorietà degli atti che hanno portato all’attuale situazione dell’area
di piazzale Clodio e via Teulada”. Uno spazio verde e vitale, per il
presidente, “che introduce al paesaggio di Monte Mario, da trenta anni parte
del Parco regionale, potente simbolo di una città che ha conquistato il titolo
di Capitale verde d’Europa e che è al centro di decisioni fatali”. E chiama in
causa la politica, mettendo i suoi rappresentanti in guardia dal “fare carta
straccia di queste conquiste, perché ciò vorrebbe significare che si intende
avviare Roma alla decadenza, di ogni sua conquista vitale”. Cita, a drammatico
esempio, la devastazione dei pini e dei grandi alberi, soggetti a violente
quanto inspiegabili potature “che ci ha già avviati su questa china”. Infine,
si rivolge al primo cittadino con una perentoria esortazione: “Il sindaco
esiste? E allora batta un colpo”.