13 TORRI EOLICHE DA 250 METRI A TUSCANIA: BASTA CON L’OCCUPAZIONE DEL SUOLO PIÙ SACRO
Tredici aerogeneratori alti 250 metri, elettrodotti, opere connesse, per una potenza complessiva pari a 33,6 MW. Appare evidente che l'Italia voglia consegnarsi alle lobby internazionali dell’eolico, arrendendosi senza condizioni all’annunciata occupazione del territorio nazionale. Territori e Paesaggi che rappresentano un bene culturale anche economico, unico e riconosciuto universalmente, però fragile ed esauribile; luoghi di sopravvivenza, di pace e armonia apprezzati notoriamente da Italiani e forestieri; donne e uomini di tutti i paesi che vogliono goderne varietà e storia immensa.
Tutto ciò è fortemente a rischio. Territorio e Paesaggio sono pezzi vitali della nostra storia e identità, tesoro sul quale sempre contare in qualunque epoca o malaugurata contingenza nazionale/internazionale.
A Tuscania le 13 torri eoliche alte 250 metri stanno per essere installate, con la consueta indifferenza, a dispetto delle famose chiese romaniche di San Pietro e Santa Maria, monumenti celebrati nella storia dell’arte nazionale e internazionale; di terreni di consolidata agricoltura e in una zona dove la produzione di energia elettrica già supera il fabbisogno locale. La realtà sta arrivando oltre ogni immaginazione.
Non ci vogliamo appellare in questo momento a enti e istituzioni (lo faremo nelle sedi opportune) bensì a null’altro che la consapevolezza, evidente per tutti, della vicinanza oppressiva di tredici pale sopra Tuscania, la sua cinta muraria, i suoi gioielli. Non citiamo la vicinanza di aree protette o aree Natura 2000, aree agricole di pregio, aree archeologiche. Vorremmo solo richiamare il Governo al rispetto dell’art 9 della Costituzione per impedire che l’Italia subordini il proprio patrimonio culturale, celeberrimo e inalienabile, alla speculazione pseudo energetica. Oggi Tuscania, domani Viterbo stessa col suo grande quartiere medioevale, Orvieto, Perugia, i crinali fantastici del Mugello, il Molise, la Campania, la Puglia e la Sicilia, l’Irpinia, rischiano di essere soggiogati al giudizio inappellabile di qualsiasi commissione VIA o di asettici funzionari, presi a caso, della Presidenza del Consiglio dei Ministri o della Regione Lazio!
Tutto nel cono d’ombra di interessi ormai tesi all’occupazione indiscriminata del territorio italiano, nel mentre i politici si dichiarano di continuo “per la salvaguardia degli interessi primari della Nazione”! Eppure, è risaputo ormai che l’energia attesa da questo intervento potrebbe, più favorevolmente, essere prodotta con pannelli fotovoltaici collocati sui tetti di capannoni ed edifici pubblici: la loro superficie in Italia è superiore a 1200 kmq, una realtà più che sufficiente per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC.
Marcello Rosario Calliman, Italia Nostra Lazio
Oreste Rutigliano, Italia Nostra Roma