L’ULTIMO OLTRAGGIO: ABBATTUTI ANCHE I PINI DEL PINCIO
Senza un Comunicato stampa del Comune di Roma.
Senza una spiegazione adeguata.
Solo con uno stringato, insufficiente e burocratico avviso, tra i tanti sul sito istituzionale, del lontano 22 febbraio, di fatto senza una vera interlocuzione con la cittadinanza romana sono stati abbattuti 15 alberi sul piazzale del Pincio. E tra essi 6 pini colossali che costituivano l’essenza stessa della spettacolare esposizione arborea del Pincio.
Al di là dei vincoli paesaggistici e monumentali che avvolgono l’intero complesso del Valadier, il Sancta Sanctorum del paesaggio romano conosciuto in tutto il mondo, è stato stravolto da un intervento drastico, con abbattimenti nemmeno scaglionati nel tempo per evitare l’improvvisa modifica del paesaggio e lasciando forti dubbi sull’effettiva necessità di un intervento così devastante.
I pini erano stati curati dalla Toumeyella e dunque si stenta a credere che fossero tutti malati irrecuperabili.
Ciascuno di quegli alberi, ma principalmente ciascuno di quei pini, era un vero “monumento".
Confrontare l’oggi con la realtà di ieri lascia esterrefatti e con profondo dolore.
Della demolizione di questi “monumenti" si chiede di conoscere ogni dettaglio, ogni passaggio amministrativo e burocratico. Se ancora si può parlare di democrazia a Roma.
Mentre quei tronchi andrebbero lasciati dove sono affinché chiunque esperto possa farsi il proprio giudizio sulla ineluttabilità di quelle "demolizioni".
Il Comune faccia chiarezza.
Spieghi bene la sua strategia. Cessi dal procedere oltre con interventi del genere, in attesa di ogni chiarimento scientifico.
La Soprintendenza statale di Roma a sua volta intervenga con tutti i suoi poteri su quanto accaduto nei giorni passati e su quanto potrebbe accadere domani.