Sezione di Roma
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VANNO IN FUMO LE RISERVE NATURALI E LE AREE VERDI ROMA: TERRA DI ROGHI?

Italia Nostra Roma
SENZA PREVENZIONE ATTIVA E INTERVENTI DI REPRESSIONE DEGLI ABUSI
NON SI TUTELA IL PATRIMONIO PAESISTICO E AMBIENTALE DELLA CITTÀ
NÉ LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI CITTADINI
 
Vasti incendi di sterpaglie e vegetazione e roghi tossici di rifiuti abbandonati in aree pubbliche e private continuano a devastare Roma. Ogni estate.
 
Ricordiamo solo i più recenti ed estesi tra le decine che hanno impegnato i VVFF:
 
  • via Collatina Vecchia, altezza Viale Togliatti: dove il 25.4.2019 e il 23.3.2023 si erano già verificati gravi incendi di grandi discariche abusive (individuate tra le più grandi d’Europa!), il 18.4.2024 è andata a fuoco l’area di proprietà comunale destinata a verde dal vigente PRG, tutelata da vincolo paesistico e che si trova a poca distanza dal percorso sotterraneo dell’antico Acquedotto dell’Acqua Vergine, che tuttora alimenta gli acquedotti e le fontane romane;

  • Riserva Naturale Valle dell’Aniene: all’altezza di Ponte Mammolo, nella stessa area in cui un incendio ha interessato una discarica abusiva il 28.07.2024, il 3.8.2024 si è verificato un secondo grave incendio. Il 7.08.2024, ultimo in ordine di tempo, un nuovo incendio si è sviluppato in zona Tor Cervara proprio vicino alle case. Da anni i cittadini segnalano gli sversamenti abusivi e le condizioni di degrado (v. https://www.facebook.com/share/p/PEzE4bnZZN9vCyDC/ https://www.instagram.com/p/C-SNsPMAWYC/ )

  • Riserva Naturale di Monte Mario: nella collina sovrastata dall’Osservatorio, l’1.8.2024 un vasto incendio ha causato la distruzione della vegetazione ed una situazione di grave pericolo per la pubblica incolumità. Ma non è stato il primo, dato che i comitati cittadini negli anni passati avevano già segnalato invano, con esposti, la situazione dell’area non presidiata. Dopo l’incendio è ancora possibile vedere i resti di accampamenti precari, reti da letto, pentole e bottiglie. E, a ridosso di una cancellata del Tribunale, nell’area archeologica il basolato della antica via Trionfale è coperto da un enorme roveto.  
 
Con la rituale Ordinanza per l’applicazione delle misure di prevenzione in vista del periodo di massima pericolosità per incendi boschivi (la n. 59 del 17.5.2024 è valida dal 15 giugno al 30 settembre 2024) il Sindaco di Roma Capitale aveva disposto divieti ed obblighi per i proprietari (privati ed Enti), ma anche sorveglianza, sanzioni ed esecuzioni in danno a carico di Polizia Locale e Municipi.
 
Dopo gli ultimi roghi e segnatamente dopo l’incendio della collina di Monte Mario proprio a ridosso del Tribunale Penale, il Sindaco ha disposto un immediato censimento delle discariche presenti nel territorio.
 
Ci si chiede: è necessario dunque ripartire dai censimenti? E a cosa serve il piano antincendi boschivi già predisposto dalla Protezione Civile di Roma Capitale e vigente? v. https://www.comune.roma.it/web/it/scheda-servizi.page?contentId=INF39334&stem=aib_anti_incendio_boschivo
 
È necessario scoprire di nuovo dove sono le discariche oggetto di roghi ricorrenti?
 
Perché non si è data piena esecuzione alle Ordinanze del Sindaco, di cui la 59 è solo l’ultima in ordine di tempo, che se applicate almeno alle aree sopra citate avrebbero forse evitato o quantomeno contenuto gli incendi?
 
Chi doveva applicarle? Chi non ha vigilato a dovere? Perché non si è imposta la rimozione dei rifiuti abbandonati nei fondi privati e lungo le strade? Quali incapacità di azione amministrativa e quali interessi sono coinvolti?
 
Di chi è dunque la responsabilità dei roghi tossici e della devastazione di verde e paesaggio?
 
IL SINDACO CERCHI LE RISPOSTE A QUESTE DOMANDE


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