Sezione di Roma
Vai ai contenuti

VILLA BIANCA: UN CASO ECLATANTE DI TRASFORMAZIONE EDILIZIA E URBANISTICA DELLA CITTÀ STORICA

Italia Nostra Roma
Pubblicato in Comunicati Stampa · Lunedì 31 Lug 2023
Tags: VillaBianca
Su quali siano i pericoli per la conservazione del tessuto urbano storico della città di Roma e le insidie nascoste, ma neanche tanto, tra le pieghe normative delle modifiche alle NTA del PRG, Italia Nostra Roma ha già avuto modo di pronunciarsi in varie sedi e formalmente nell’audizione avuta in Commissione urbanistica, a supporto della quale ha prodotto un dettagliato documento.

Alcuni esempi devastanti sui risultati che l’applicazione della normativa sulla rigenerazione urbana ha procurato e sta procurando, by passando le tutele che il PRG ha riservato all’edilizia storica di quartieri novecenteschi, sono sotto gli occhi di tutti. Basta percorrere la via Flaminia e guardare verso la collina dei Parioli o passare per il quartiere San Lorenzo per avere modo di apprezzare la portata sul paesaggio urbano di interventi di sostituzione edilizia o di ristrutturazione con premialità volumetrica che hanno stravolto il profilo di parte di città e architetture d’epoca.

È ora il caso di Villa Bianca! Una storica clinica degli anni ’30, ed annesso parco, ormai demolita e su cui, con il benestare del governo cittadino, lievitano man mano gli appetiti degli imprenditori.

Com’è ormai largamente noto sull’area ove sorgeva la villa è in corso un’operazione edilizia ad opera della società Green Stone, supportata dalla BNL Paribas, che ha per oggetto la costruzione di un impianto residenziale di cui, ad oggi, non si conoscono ancora bene i contorni e l’effettiva portata essendo tra l’altro in corso una “variante” al progetto già approvato.

La storia della trasformazione edilizia della villa, alquanto complessa, si può riassumere ricordando che nel 2005 alla originaria società GVM, allora proprietaria della clinica, venne rilasciato un permesso di costruire per la ristrutturazione del pregevole edificio storico, quello che aveva ospitato la clinica Villa Bianca, corredata di un parco di pini secolari.

Da allora, il cambio di proprietà e il susseguirsi di progetti edilizi di diversa natura e consistenza, hanno portato all’attuale permesso di costruire finalizzato alla costruzione di due palazzine, di 6 piani ciascuna, e la realizzazione di 144 alloggi grazie alla premialità consentita dall’applicazione dell’art.3 del “Piano casa”.

L’ulteriore novità di una variante al progetto in essere - che prevederebbe la costruzione di ben 4 edifici e un conseguente ulteriore aumento di cubature, con moltiplicazione di alloggi e abitanti - ha allarmato i residenti, già fortemente preoccupati dallo stravolgimento edilizio e urbanistico del quadrante urbano per i lavori in corso, e ha trovato eco in Commissioni e consiglieri municipali di tutte le sigle politiche, dichiaratisi pubblicamente contrari alla realizzazione del progetto che verrebbe ad impattare negativamente, deturpandone l’assetto urbanistico ed edilizio, su uno degli angoli storici più pregevoli dell’area, contiguo e continuo allo storico Parco Nemorense, progettato da Raffaele Di Vico e sottoposto a tutela.

Il tessuto urbanistico nella città storica verrebbe difatti significativamente stravolto a prescindere dalla modifica degli standard e dell’appesantimento della rete ecologica esistente, senza sottacere l’impatto estetico e la modifica di continuità del tessuto che, come dimostrato dal Piano Regolatore Generale e dalle sue attente analisi, costituiscono un alto valore comunitario e di riconoscimento sociale e civico. L’impatto negativo sui valori immobiliari diffusi, così come rilevato dall’esperienza del palazzo (casa in linea) di via Ticino, che ha sostituito una “villetta”, risulterebbe altamente rilevante.

Le opere, una volta concluse, verrebbero ad incidere altresì pesantemente sul carico demografico e urbanistico del quartiere; sui servizi e di quant’altro ha conseguenza dall’otturamento edilizio di un’area urbanisticamente già satura.

A tali criticità di natura urbanistica si aggiungerebbe la perdita delle valenze culturali e paesaggistiche caratterizzanti la zona (su cui è attestata la presenza di gallerie catacombali) già in parte avvenuta con la demolizione della villa storica.

Per tutte le suddette motivazioni Italia Nostra Roma chiede, in coerenza con il mandato statutario, che venga salvaguardato il tessuto urbano storico del quadrante in questione e che non si proceda alla variante prospettata, la quale avrebbe una inevitabile ricaduta sull’assetto urbanistico e infrastrutturale dell’area. Non si tratterebbe più, infatti, di un’operazione di demolizione e ricostruzione con premialità, di vario genere e natura, bensì di un complesso intervento di natura urbanistica su tessuto storico effettuato in assenza degli strumenti e delle procedure che sono proprie di operazioni edilizie e infrastrutturali di tale portata.

La legislazione vigente, nazionale e di Piano regolatore, prevede strumenti e modalità d’intervento specifici a tutela della città storica che, in quanto tale, è un nodo essenziale della “sostenibilità urbana”. Essa deve essere salvaguardata e mantenuta come un bene d’insieme e non come un mero tessuto edilizio senza particolare valore nel quale sono presenti emergenze architettoniche da tutelare. Il concreto rischio, come per Villa Bianca , come già avvenuto in altri casi, è quello di diffondere interventi di demolizione e ricostruzione anche nelle parti che maggiormente custodiscono il carattere significante della città e la memoria storica di una comunità.

L’assimilazione della Città storica alle altre zone urbane con l’applicazione delle norme per la riqualificazione a tutti i costi costituisce un arretramento sul piano culturale e giuridico, regressivo rispetto alle pratiche di buona pianificazione.

Italia Nostra Roma ritiene che la città storica vada difesa secondo questi principi ed auspica che la modifica in itinere alla “Carta della qualità” assicuri una indispensabile crescita della qualità progettuale ed edilizia ridotta oggi a delle semplici sostituzioni tecnologiche edili a “basso costo”, di semplice profitto commerciale ma di grande scompenso ambientale.

Su tale convincimento Italia Nostra Roma, vicina alle altre Associazioni e a sostegno dei Comitati dei residenti del quartiere, si augura che l’amministrazione comunale voglia assumersi la responsabilità di salvaguardare ciò che ancora resta dell’area di pertinenza di Villa Bianca e del tessuto urbano storico del contesto, riservandosi ogni iniziativa volta ad evitare che interessi della proprietà privata vadano a ledere quelli della collettività mediante lo stravolgimento edilizio e del tessuto sociale di uno dei quadranti più significativi della città.

Sarebbe un segno di buona politica adottare, senza ambiguità, scelte sostanziali che a fronte di una richiesta di “variante” che avrebbe di fatto portata e valenza urbanistica, verifichino il rispetto delle procedure edilizie e garantiscano ai cittadini la partecipazione democratica prevista dal nostro sistema giuridico.


Torna ai contenuti